Articolo comparso su ContrastO nr. 15 (1997)

L'italiano nuovo
Eine Geschichte von Emigrationen, Generationen, Autarkie und Internet

Gira, gira...    La richiesta per una piccola sovvenzione per il nostro giornale al Ministero degli esteri è stata negata, tra l’altro, con la seguente motivazione: “...non risulta trattare argomenti relativi ai fatti italiani ed i problemi dei lavoratori italiani all’estero”.

   La cosa ci meraviglia perché in tutta coscienza crediamo veramente di avervi raccontato più volte di storie e problemi, vissuti in prima persona, di italiani venuti a vivere in Germania e altre italianità.

   Evidentemente la visione dell’emigrazione nell’anno 2000 dei funzionari ministeriali, non coincide con la nostra e forse non è molto lontana da quella dell’immaginario collettivo italiano: il povero italiano disoccupato, con giacca scucita, coppola e valigia di cartone (legata con lo spago) che passa la frontiera senza passaporto, che dorme nelle baracche insieme ad altri 25 paesani, che merita compassione e necessita di aiuti dalla madre patria e canta “cumm’è ammaro ‘stu ppane...”.

   Beh io ‘ste cose qui non l’ho viste mai (a parte in Italia, visto come trattiamo noi i nostri immigrati).

   Conosciamo bene la realtà della vecchia generazione emigrata tra gli anni ‘50 e ‘70 che questi disagi li ha vissuti sulla propria pelle e che ancora ne porta le conseguenze. Quelli che l’italiano non l’hanno mai saputo, che il tedesco non l’hanno mai imparato veramente. Quelli si sono tutti ben piazzati. Hanno i loro ristoranti, le loro associazioni, le loro Alfa Romeo, Mercedes, i loro incomprensibili dialetti (che vorrà dire mai “gondrario”? mah!). A loro noi ci sentiamo legati come a un caro parente e a loro va tutto il rispetto che meritano. Secondo il ministero a loro spettano probabilmente tutte le sovvenzioni statali, tutta l’iconografica compassione nazionale.

   Negli articoli del nostro giornale, abbiamo sempre cercato di mostrare le differenze, le similitudini, i contrasti tra Italia e Germania. Un’Italia progressista, moderna, una Germania liberale, cosmopolita. Non possiamo negare che di questo mondo multilingue e multiculturale, ci ha sempre interessato più l’aspetto socioculturale che non quello socioeconomico. Il pubblico a cui noi ci rivolgiamo è composto per la maggioranza da professionisti, dai migliori insegnanti di italiano, dai loro studenti più attenti e soprattutto da giovani, mossi dalla voglia di conoscere altri paesi e le lingue dell’Unione Europea, o dall’amore, seguendo il proprio partner d’oltralpe. I contatti con l’Italia (e il resto del mondo) molti di loro li mantengono per internet, via e-mail, e il giornale lo leggono su www.lastampa.it o www.repubblica.it.

   La nostra intenzione iniziale era appunto con l’eventuale “rimborso spese” (per noi un piccolo riconoscimento al nostro lavoro), aprire un sito internet in cui inserire non solo i giornali già pubblicati, ma anche tutte le notizie da noi raccolte sui film che abbiamo mostrato nel nostro Cineforum. Registi, attori, compositori, trame dei film (e sono già una ventina!). Pazienza. Vuol dire che lo faremo lo stesso, con le nostre forze come sempre. Anzi, visto che “chi fa da se fa per tre”, l’abbiamo già iniziato: andatevi a leggere la nostra home-page: http://www.contrasto.de.

   Per quanto riguarda il nostro contributo al problema emigrazione, abbiamo già in programma, per il nostro cineforum italiano, un ciclo di film dedicato al tema. La difficile reperibilità dei film ci ha finora impedito di attuare questa iniziativa, ma appena saremo pronti ve lo faremo sapere.

Unsere Anfrage bezüglich einer kleinen Subvention für unsere Zeitung wurde vom italienischen Außenministerium abgelehnt, u. a. mit der folgenden Begründung: „... es werden keine Themen in Bezug auf italienische Fakten und die Probleme der italienischen Arbeitnehmer im Ausland behandelt“.

   Dieses verwundert uns, da wir wirklich überzeugt sind, euch mehrfach von Geschichten und Problemen – aus erster Hand – berichtet zu haben, z. B. von Italienern, die nach Deutschland gekommen sind, um hier zu leben.

   Selbstverständlich stimmt die Vision der Emigration im Jahre 2000 der Funktionäre des Ministeriums nicht mit der unseren überein, und vielleicht ist sie nicht so weit entfernt vom italienischen Kollektivbild: der arme arbeitslose Italiener mit zerrissener Jacke und Pappkoffer (von einer Schnur zusammengehalten), der ohne Paß über die Grenze kommt, der mit 25 anderen Landsleuten in einer Baracke übernachtet, der Mitleid verdient, Hilfe vom Vaterland benötigt und singt: „Wie bitter ist dies Brot ...“

   Naja, diese Dinge habe ich nie gesehen (außer in Italien, angesichts dessen, wie wir unsere Immigranten behandeln). Sicher, wir kennen die Realität der alten Generation, die zwischen den fünfziger und siebziger Jahren emigriert ist, die diese Schwierigkeiten am eigenen Leibe erfahren hat und noch heute an den Konsequenzen zu tragen hat. Diejenigen, die Italienisch nie beherrscht haben, die nie wirklich Deutsch gelernt haben. Diese haben alle ein gutes Plätzchen gefunden. Sie haben ihre Restaurants, ihre Vereine, ihren Alfa Romeo oder ihren Mercedes, ihre unverständlichen Dialekte (was könnte „gondrario“ bloß bedeuten?). Ihnen fühlen wir uns verbunden wie lieben Verwandten und empfinden ihnen gegenüber allen Respekt, den sie verdienen. Nach Meinung des Ministeriums stehen ihnen wahrscheinlich sämtliche staatlichen Subventionen zu, das ganze ikonographische nationale Mitleid.

   In unseren Zeitungsartikeln haben wir immer versucht, die Unterschiede, die Gemeinsamkeiten, die Kontraste zwischen Italien und Deutschland aufzuzeigen. Ein progressives, modernes Italien, ein liberales, kosmopolitisches Deutschland. Wir können nicht leugnen, daß uns in dieser multikulturellen und vielsprachigen Welt immer der soziokulturelle Aspekt interessiert hat, nicht so sehr der sozioökonomische. Die Leserschaft, an die wir uns wenden, besteht größtenteils aus Profis, von den besten Italienischlehrern bis zu ihren aufmerksamsten Schülern, und vor allem aus jungen Leuten, die das Interesse an anderen Ländern und Sprachen der EU hierher geführt hat oder die es durch die Liebe jenseits der Alpen verschlagen hat. Die Kontakte mit Italien (und dem Rest der Welt) halten viele mit Hilfe von Internet, e-Mail, und Zeitung lesen sie in www.lastampa.it oder www.repubblica.it.

   Unsere Absicht war genau dies: mit der eventuellen „Kostenerstattung“ (für uns eine kleine Anerkennung unserer Arbeit) eine Internet-Homepage einzurichten, um die bereits veröffentlichten Ausgaben unserer Zeitung, aber auch alles Wissenswerte über die Filme, die wir im Cineforum gezeigt haben, zur Verfügung zu stellen: Regisseure, Schauspieler, Komponisten, Handlungen der Filme (und das sind schon ca. zwei Dutzend!). Geduld. Das heißt, wir werden es trotzdem machen, wie immer aus eigener Kraft. Besser gesagt, da „wer allein arbeitet, für drei schafft“, haben wir schon begonnen: Hier könnt Ihr unsere Homepage lesen: http://www.contrasto.de!

   Was unseren Beitrag zur Emigrationsproblematik betrifft, so haben wir schon lange vor, im Rahmen des Cineforums eine Filmreihe zu diesem Thema zu zeigen. Die Schwierigkeit, diese Filme zu beschaffen, hat uns bisher daran gehindert, dieses Projekt zu starten, aber sobald wir soweit sind, werden wir es euch wissen lassen.

Tricolore

© tutti i testi contenuti in queste pagine sono di proprietà dell'autore
e non possono essere copiati, riprodotti o modificati senza il suo assenso scritto