Articolo comparso su ContrastO nr. 18 (1999)

L'affondo

L'affondo Ancora sul caso Öcalan.

Il problema curdi-turchi è certamente così complesso e delicato che non meriterebbe di essere relegato in un breve articolo, ma gli avvenimenti parlano da sé. Le nefandezze che porta una guerra combattuta con atti terroristici, eserciti e guerriglia si rispecchiano nella desolazione delle immagini delle vittime, per anni quasi ignorate dai media internazionali.

Eppure un piccolo evento ha modificato radicalmente, in milioni di persone, l’atteggiamento verso questo problema e purtroppo, nel peggiore dei modi.

Un certo giorno, a seguito di un fatto giornalisticamente quasi irrilevante in Europa (l’arresto di un capo curdo in Italia), tutti i giornali turchi hanno iniziato una specie di corsa all’isterismo collettivo sotto ”l’originale” slogan: ”italiani mafiosi”, coinvolgendo vari strati sociali in Turchia (e purtroppo, anche molti turchi qui in Germania). I giornali italiani a loro volta hanno pubblicato intere pagine con i particolari di queste azioni, provocando in Italia (e purtroppo anche in molti italiani qui in Germania), prima un atteggiamento di sdegno, poi di antipatia e infine di intolleranza verso la Turchia e i turchi. I giornali turchi hanno continuato per settimane a titolare qualcosa come ”Italya boykotu” e quelli italiani non sono stati da meno.

In tutta questa storia di isterismi e paranoie collettive, i curdi, terza parte in causa, hanno fatto la loro parte.

A chi giova tutto ciò?

Eppure, bastava pensare che quegli articoli erano scritti da gente che forse non conosce neanche un turco/un italiano personalmente. Per noi qui in Germania è più facile, siamo colleghi d’ufficio, vicini di casa e di negozio. La domanda nasce spontanea: è possibile che sia così facile? Che possa accadere così velocemente che due popoli inizino ad odiarsi? La facilità con cui si può passare dalla simpatia alla faziosità, dall’isteria alla guerra è terribilmente disarmante.

Ricominciamo a pensare con la nostra testa, il prossimo sabato, facendo la spesa. Non dimentichiamo il sorriso che ci ha regalato Ali, il fruttivendolo sotto casa dicendoci ”ein schönes Wochenende wünsche ich dir”. ”Ein schönes Wochenende Ali, dir auch, ciao”.

Und noch mal zum Fall Öcalan. Das Problem zwischen Kurden und Türken ist sicherlich so umfassend und so delikat, daß es nicht in einem kurzen Artikel abgehandelt werden sollte. Die Ereignisse sprechen sowieso für sich. Die Grausamkeiten, die ein mit Terroranschlägen, Heeren und Guerillas geführter Krieg mit sich bringt, spiegeln sich wider in der Trostlosigkeit der Bilder von den Opfern. Sie wurden jahrelang von den internationalen Medien praktisch ignoriert.

Ein kleines Ereignis hat nun die Einstellung von Millionen Leuten gegenüber diesem Problem radikal – und leider auf die schlechteste Art – geändert.

Eines Tages haben die türkischen Zeitungen infolge eines journalistisch in Europa fast irrelevanten Ereignisses (der Festnahme eines Kurdenführers in Italien) eine Art Wettlauf um die kollektive Hysterie unter dem „originellen“ Motto „Italiener Mafiosi“ begonnen. Verschiedene soziale Schichten in der Türkei (und leider auch viele Türken hier in Deutschland) wurden mit hineingezogen.

Die italienischen Zeitungen füllten ebenfalls ganze Seiten mit Einzelheiten zu diesem Thema, womit sie in Italien (und leider auch bei vielen Italienern hier in Deutschland) erst Mißtrauen, später Antipathie und schließlich Ablehnung gegenüber der Türkei und den Türken schürten. Die türkischen Zeitungen haben noch wochenlang Überschriften gebracht wie „Italya boykotu“, und die italienischen haben ihnen in nichts nachgestanden.

Zu dieser ganzen Geschichte von Hysterien und kollektivem Wahnsinn haben die Kurden – dritter Beteiligter in der Auseinandersetzung – das Ihre beigetragen.

Wem nützt das alles?

Man braucht nur einmal daran zu denken, daß diese Artikel von Leuten geschrieben wurden, die in ihrem Leben nie auch nur einen einzigen Türken bzw. Italiener persönlich kennengelernt haben. Für uns hier in Deutschland ist das einfacher: Wir sind Arbeitskollegen, wohnen Tür an Tür und kaufen beim Türken und Italiener um die Ecke ein. Die Frage drängt sich auf: Ist das möglich, daß es so einfach geht? Daß zwei Völker so schnell anfangen, sich gegenseitig zu hassen? Die Leichtigkeit, mit der von Offenheit zu Parteilichkeit, von Hysterie zu Krieg übergegangen wird, läßt einen resignieren.

Denken wir endlich wieder mit unserem eigenen Kopf nach, wenn wir am nächsten Samstag einkaufen gehen. Vergessen wir nicht das Lächeln von Ali, dem Gemüsehändler, als er uns neulich ein schönes Wochenende wünschte: „Ein schönes Wochenende, Ali, dir auch, ciao.“

Tricolore

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