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Nella pagina "letteraria" di Paolo Moriconi

Tricolore

Poesie

Malafonia (1990)

Ti guardo, senza riguardo
e assorto ascolto
te,
che parli convinta, di tarli e pensieri
che hai e non ti dai,
per vinta.

Ti ascolto o faccio finta.
Le tue parole coprono il dolore e il desiderio
d'esser'io a parlare serio, dei miei pensieri seri (anzi più seri).

Riempire i tuoi zeri, spianare le mie armi, e tu ad ascoltarmi,
lasciarti stupire,
come i tuoi occhi, ora!
che col loro sguardo assente cercano qualcosa da dire,
come sempre;

sopraffare la voce mia,
tenere in vita l'agonia di un dialogo
stonato,
come questa malafonia.


Prodotti nazionali (1998)

Enrico di SILVER La chitarra e il mandolino,
l’espresso e il cappuccino,
la grappa ed il moscato,
la pizza ed il gelato.

Celentano, Romina e Albano,
Ramazzotti e Giovanotti,
La Nannini con Fellini,
Modugno con Cotugno.

La panza di Pavarotti,
le boccette di Biagiotti,
le carcasse di Olivetti,
le bugie di Andreotti.

Enrico di SILVER Prodotti nazionali,
la nostra vera ruota,
anzi, le nostre ali
per entrare nell’Europa!

Le fiat sfiatate,
le Alfa arrugginite,
la pasta di Barilla,
i partiti coi Balilla,

Enrico di SILVER Il mare mucillato,
le nocciole al cioccolato,
il vino al metanolo,
il macho col cannolo.

Onorevoli d’onore
rinomati per l’odore,
navi e aerei andati a fondo,
che ci invidia tutto il mondo.

Prodotti nazionali
per salvar l’economia,
ma per salvar la faccia
c’è chi ha scelto d'andar via.

    Tricolore    

Storie

Il sole finto (1993)

Sono già due anni che mi trovo su questo pianeta.

Non l'avessi mai accettato quest'incarico... mi ricordo dei libri che leggevo da ragazzo: missili, robots, mostri galattici e avventure mozzafiato nell'infinito. Invece qui sembra tutto normale, monotono. Una noia mortale.

Stavo pensandoci proprio qualche tempo fa, seduto sul treno che mi stava portando al lavoro. Accesi il giornale forse per osservare di nascosto quella ragazza seduta di fronte a me. Anche lei, come quasi tutte le altre qui, aveva la fisionomia tipica delle donne del nord Europa. I suoi occhi assonnati dal mattino, guardavano fuori dal finestrino. Come se lì ci fosse ancora qualcosa di interessante da guardare. Inserii il giornale nello slot del sedile del treno per aggiornare le notizie. Niente di nuovo. Le solite scaramucce in qualche regione della Terra (e dove se no?). Però fare la guerra è diventata una cosa talmente costosa e poco redditizia che ormai non si fa più male nessuno. Politica, economia, sport, commercio... niente di interessante.

Sapevo già che qui non sarebbe stato molto eccitante, ma starci per anni porta alla paranoia. Ma sì, non ci arriverò neanche a quello stadio, qui tutto è così ben organizzato. Anche i divertimenti sono riprodotti perfettamente. "Tutto per il tuo bene!" come dice Ludovico.

Per fortuna il treno è arrivato. In perfetto orario. Certo, è lui "l'orario"! Anche i ritardi sono calcolati appositamente per combattere lo stress da monotonia e senza causare fobie da inaffidabilità tecnologica, così c'è sempre qualcuno che si lamenta che non si può andare avanti così, che "lassù" danno i numeri e che dovrebbero essere un po' più seri. Si, si... prima di questa modifica agli orari più di un tecnico si era suicidato però!

Entrando in ufficio diedi ancora un'occhiata verso il treno che spariva e al "cielo". Sarà, ma a me quel sole là mette ancora più tristezza. E i piccioni educati... dicono che ce li hanno dovuti mettere, ma proprio "maleducati" non li potevano fare... c'è un limite a tutto, anche alle simulazioni santoddio!

E poi, ma che mi metto a pensare! Bisogna essere proprio matti, farsi venire una nevrosi perché i piccioni simulati non te la fanno addosso. Però 'sto Sole finto... possono dire tutto quello che vogliono...

La porta si chiuse con un cigolio e subito fui assalito da Ludovico. «Ce n'ho una che ti farà impazzire!!», «noooo! Per carità dai lasciami!», «no, no! Te la racconto, senti: c'è un tale...». Girai l'angolo e mi gettai verso la sala computer (o almeno è così che io la chiamo).

Mentre Ludovico raccontava la sua barzelletta sentii la sua voce sempre più fioca. Bene! Segno che aveva trovato un'altra vittima. La giornata non è cominciata poi tanto male. Accesi un pannello, routine di controllo secondo i protocolli standard. Tutto in ordine. Dall'altra stanza si sentì improvvisamente uno scoppio di risa dei due. Riconobbi la voce di Luca. Poveraccio. I due continuarono a ridere per almeno 2 minuti; e Ludovico, ripeteva ogni tanto, tra le risa, l'ultima frase della barzelletta. E giù a ridere ancora. Che strazio. Fortuna che ero dietro la parete e non si capiva una parola. Andai nel guardaroba e indossai la tuta da lavoro; guanti, casco, stivaletti...

Accesi il pannello di controllo e fatte le verifiche di avvio impugnai le due cloche di pilotaggio. Automaticamente la sala si trasformò sotto i miei occhi nell'interno della miniera in cui lavoravo già da tre anni. Una voce sulla mia sinistra comunicò con riverenza: «contrasto e luminosità degli ologrammi sono sullo stesso livello di ieri». «No, no! troppa luce!... bene... ok; lascialo così». La voce continuò: «il settore 134 a 13° nord, declino 42 ha rivelato una percentuale di minerale superiore alla media», «no, proseguiamo sul 97 a zero nord; ordine della compagnia. Velocità di scavo zerosette al minuto».

Le ore passavano lente. Mai un guasto, mai un inconveniente... Lo strato in cui mi trovavo, anzi, in cui si trovavano le scavatrici, lontane fisicamente da me centinaia di chilometri, era ancora abbastanza grande. E non c'era assolutamente nulla di interessante da vedere. Solo rocce, che venivano stritolate, setacciate, filtrate e le scorie rilasciate inerti a ricomporre la galleria "dietro di me".

Ne avevo già abbastanza. «Pausa! Velocità zerozerouno; raffinazione!".

Mi alzai e scesi dalla zona di controllo, mentre la metamorfosi degli ologrammi si ripeté nel senso inverso, fino a riottenere l'immagine iniziale della sala.

Ero di fronte alla porta quando questa si aprì e dietro apparve Adriano, urlando «PAUSA! PAUSA! non sai fare proprio altro?!» - Il mio livello di adrenalina salì di 2 punti, ma risposi con voce calma, «togliti da lì che devo passare», «Ah!» disse sarcastico il tipo, «il Signore DEVE passare!». E sia; dovetti abbassarmi al suo livello e minacciare deciso: «hai tre secondi per toglierti dalla porta». Altri tre punti di adrenalina. «La compagnia ti paga per lavorare! E poi hai lasciato le scavatrici accese, imbecille!!». «PRIMO!», risposi, «non sei certo tu che devi insegnarmi il mio mestiere, SECONDO io ho il diritto di gestirmi le mie pause come mi pare e terzo, io non sono un fottuto piccione olografico! Quando mi scappa mi scappa!». «I piccioni non sono strutture olografiche ma robots!» rispose questo digrignando i denti», «si? E tu?...» poggiai la mano sulla sua spalla, "struttura solida, bene". Gli mollai un calcio con tutta la suola dello stivaletto e tutta la rabbia dei 12 punti di adrenalina accumulati e lo mandai a fracassarsi contro la parete di fronte «...un robot naturalmente», dissi con aria di sufficienza ed un sorrisino sulle labbra dirigendomi verso la toilette. Da dietro di me sentii una voce che mi fece accapponare la pelle: Ludovico! «PENG! l'hai fatto fuori finalmente quel rompipalle eh? ahahah!» - «E RIDE» pensai... «ride sempre... niente di meglio che scappare nel bagno». Chiusi la porta appena in tempo - Sentii Ludovico ridersela della grossa raccontando a qualcun altro ciò che avevo appena fatto: «... e così gli ha detto: "e tu?" PENG! e poi tutto tranquillo: "un robot naturalmente!" con tutte le molle che saltavano qua e là! ahahaha!».

Questa volta erano almeno in tre a ridersela insieme. Quando uscii dal bagno erano ancora lì. Rideva pure quello che stava raccogliendo i cocci. «E dai! racconta della pedata!», «nono, ho le scavatrici in moto, devo tornare al lavoro...». Tornai alla sala del computer e caddi come un sacco sul sedile dei comandi. «Fine pausa» ordinai.

Dal computer: «c'è una comunicazione della compagnia in attesa».

Mi girai di scatto verso il pannello comandi, dove era già apparsa l'immagine dell'impiegato della compagnia addetto al servizio manutenzione minatori che disse con voce un po' insicura: «P... pronto? Punto di escavazione 2-4-7-7? Bentornato». Le parole mi si bloccarono in gola mentre lui continuò: «Senta, abbiam... avremmo deciso di continuare gli scavi sul settore 134, sembrerebbe più ricco di minerale»; «Sisi, va bene, ok, senti, come procede l'addestramento del nuovo personale?»; «Per il momento la compagnia ha deciso di non incrementare la produzione di altri minatori; i costi sono aumentati ancora...»; «COME?!» urlai, «mi era stato garantito che entro la fine dell'anno sarebbe stato inviato un secondo essere umano qui allo stabilimento!»; «la gestione del personale viene decisa in base...» lo interruppi ancora una volta, urlando ancora di più «ma non capite che non ce la faccio più ad essere l'unico uomo nel raggio di un parsec?!!! Per voi è facile no? Vi vedete ogni giorno con decine di altre persone, ma qui...», «ehm... lo sappiamo, ma le abbiamo inviato nuove unità ludiche...», «Me le sbatto io le vostre unità ludiche! Possibile che non riesci a capi... ma... senti un po' a te piace il sole là fuori?», «il sole è una riproduzione perfetta del Sole terrestre...», «Bastardo! », risposi ancora più stizzito, «ti sei tradito, sei un robot anche tu! Non passi neanche il livello 3 del test di Turing! FAMMI PARLARE CON UN ESSERE UMANO!», «non le è permesso utilizzare questo linguaggio con il personale della compagnia. La preghiamo di utilizzare le unit... apposite unità adrenaliniche» «FAMMI PARLARE CON QUALCUNOOOO!» urlai con tutto il fiato che avevo, «a proposito, le abbiamo inviato i dati per i nuovi ologrammi della vita esterna e anche nuovi androidi: donne bellissime e...», «CHIAMA UN UOMO PERDIO!!»; il robot sullo schermo fece una pausa. Approfittai subito e dissi tutt'altro che calmo: «CALMA, calma... ascolta, non vedi che sono in una crisi depressiva? c'è un errore nei calcoli...» il mio respiro affannato sembrava amplificato dall'aspetto della sala, con tutti gli ologrammi di lavoro in fase di attesa; «si,» rispose il robot, «abbiamo appena registrato un'anomalia nel suo respiro», «MAVAFFAN...!» chiusi il contatto e mi rialzai di scatto muovendomi nervosamente lungo il pannello.

La sala mi chiese con voce "soave 3": «devo riattivare le scavatrici?», «NO! no... Pausa.», «Di nuovo?»; mi sedetti su un gradino, «si, un momento, un momento solo... ma blocca per favore tutti gli androidi», «lo sa che non posso, signore», «Okok, ti ringrazio. Non fa niente, so che se fosse in tuo potere lo faresti pure. Sai, in fondo tu mi sei simpatico, non fosse altro perché sei l'unico qui che non fa finta di essere qualcos'altro. Sei un computer che fa... il computer», «esatto; compito del computer olografico è di interfacciare i mezzi meccanici con il centro comando e di obbedire ai comandi, ma anche gli androidi fanno ciò che fanno per il suo bene», «si, lo so, per il mio equilibrio psicologico, ed è così da quando il rapporto costo robots / addestramento umano è sceso a 1 a 10.000», «si, ma la componente umana è indispensabile per quanto ridotta, e deve essere protetta a tutti i costi».

«Tu non capisci, non puoi capire; l'uomo può giocare, può recitare e lavorare, può autoilludersi...», «si, l'uomo ha bisogno di distrazioni», «...ha anche bisogno di confrontarsi con altri uomini, non può vivere di una realtà simulata, non può passare la vita giocando ai videogames! L'uomo ha bisogno di odio, di amore, di vita, di morte! Sai farmi un ologramma della morte tu?».

In silenzio fissai lo sguardo alle mie braccia posate tra le gambe, e per alcuni minuti ci fu un silenzio assoluto.

Solo un leggero pulsare sembrava sovrastare quel silenzio, un pulsare sempre più forte. «Oddio, cos'è?». Lo sentivo vicinissimo a me, un suono famigliare... un momento... -SI! SO' COS'E'! Il mio cuore!-. Alzai lo sguardo con un sorriso e squarciai il silenzio dicendo: «no! non ci sei riuscito. Non ci riuscirà mai nessun computer a simulare la morte. Prima... dovrebbe saper simulare la vita!».

Mi rialzai faticosamente da terra, andai al mio sedile e sedendomi dissi con voce fioca: "fine pausa".


La "p" margherita (Teatrino dei burattini 2006)

(I brani di musica numerati sono tratti dal film "Totò Sapore")

[V]=Vecchia
[G]=Guardia
[P]=Principessa
[R]=Re
[D]=Diavolo
[K]=Kaspar

Introduzione: la vecchia al centro del palco inizia a lamentarsi un po' allarmata
[V] Che tempi!! Che tempi! …non si capisce più niente… pure l'altra sera, verso le otto meno virgola precise… uuuuhh che guaio… e poi (sottovoce, in confidenza) c'è in giro gente strana… pensate bambini.. AH! (tutto d'un fiato) Il cugino della sorella del fratello della cognata del vicino di casa della donna delle pulizie del nonno di un'amica di una signora che conosco io, mi ha detto che in fondo al reame, subito dopo l'ultima curva prima dell'albero, dietro la casa blu, ci è venuto ad abitare addirittura un diavolo!!
Oh… che tempi… che tempi!!
Ma per fortuna noi qui abbiamo le guardie! Ah! La poliziaaa!! Ehhh.. l'Esercito che ci protegge da questi… e si… ci si può sentire sicuri…
La guardia entra con fare marziale, attraversa il palcoscenico da parte a parte (unòddùee.. unòddùee..). Esce.
[V] vabbeh… abbiamo questo qua! (ironica, in falsetto)
e come mi sento protetta! (sfumando esce pure lei) che tempi… che tempi… che tempi…
La guardia rientra e l'attraversa nell'altra direzione. Riesce, Rientra… attraversa e inciampa (i bambini forse ridono).
[G] Shhhhhh!!! Il re sta lavorando (riprende la marcia, riesce, rientra, si ferma e riparla ai bambini). E quando il Re lavora, non si deve fare rumore. Se no si arrabbia. (continua qualche passo)… E se si arrabbia, si arrabbia con tutto il suo esercito… (due passi), e.. beh, siccome il suo esercito è piccolino… cioè, insomma… l'unico soldato sono io… se la piglia con me. Allora. Shhhhh… Figuratevi che l'altra sera, proprio qui (indica) verso le otto meno virgola precise, qui è successo un finimondo! E il re mi ha dato la colpa e mi ha fatto passare un brutto quarto d'ora… ah, ma se becco chi è stato….
Entra in scena la Principessa.
[P] Devo vedere il mio papà, Buongiorno!
[G] Chi va là?! Ah, buongiorno principessa Margherita. Mi spiace, ma non si può. Sta lavorando, e quando il Re lavora, non lo si deve disturbare…
[P] Ma io sono la principessa ed inoltre sono la sua bambina… quindi guardia, guarda in guardiola se posso guardare il re che devo dirgli una cosa importante.
[G] Ma principessa Margherita, se poi si arrabbia? … e se si arrabbia, si arrabbia con tutto il suo esercito… cioe con me!... Come l'altra sera, quando verso le otto meno virgola precise è successo quel finimondo… ma Principessa, sai mica chi c'era qui l'altra sera verso le otto meno virgola precise? No? Mmh… bambini! Siete stati forse voi? Tu?... Tu?... (guarda che faccia quello… sei stato tu? Varie interazioni con i bambini)
[P] Basta! Io devo dirgli che questa sera voglio uscire.
[G] Non si può
[P] beh, io ci vado
[G] va bene, vedo se si può disturbare e torno
La guardia va al lato del palcoscenico e bussa (tototoc! tototoc!)
Apre con cautela una ipotetica, cigolante porta
Si sente russare
La guardia richiude di scatto la porta
[G] sta nel pieno lavoro. Il Re sta lavorando intensamente. E quando lavora cosi… non si può disturbare, per nessuna ragione al mondo.
[P] ma io devo dirgli dove vado questa sera!
[G] va bene. Faccio l'ultimo tentativo principessa Margerita
Come prima, la guardia bussa (tototoc! tototoc!)
Apre con cautela l'ipotetica, cigolante porta
Si sente russare fortissimo
La guardia richiude di scatto la porta
[G] sta lavorando. Il Re sta lavorando tantissimissimo! Non si può disturbare. Anzi ha detto che devo dargli un'aiuto (si accomoda da una parte e pian piano si appisola)
[P] E va bene, se è questo che volete! Uscirò senza il permesso del re
Io non li volevo disubbidire, ne preoccuparli, ma a volte i grandi sono cosi cocciuti e assenti.
Hanno sempre da fare le loro cose e non si accorgono di noi bambini. Vero?
(siiii!)
Allora tenterò di uscire ma voi bambini se vedete l'esercito, (guarda [G] per un attimo) si fa per dire… se vedete che la guardia si sveglia, ditemelo, urlate forte, in modo che io possa svignarmela senza essere vista.
Gag con i bambini che si prevede urleranno quando vedranno che la guardia si sveglia, dopo numerosi tentativi di fuga in cui la [G] di ridesta appena e improvvisamente (chivalà?!) la principessa dirà ai bambini:
[P] Uffa, niente da fare, se ne accorge sempre! Se non mi aiutate voi non ce la farò mai! Bene allora chiamate la guardia e distraetela con la scusa che le volete dire qualcosa, il resto lo farò io.
Cosi i bambini chiamano la guardia e la principessa sbucando dal fondo scena lo chiuderà in un sacco e scapperà senza avvertire.

Il Re si sveglia, entra lemme, lemme
[R] (sbadiglia) quanto ho lavoraaato!! Come sono staaancoooo... Non ci credete??? Mica è facile fare il Re, bisogna alzarsi la mattina prestoprestopresto, circa alle undici, fare colazione con latte burro marmellata nutella cornetti con la crema e cioccolata biscotti e bigné, poi devo lavorare lavorare lavorare… oh! Fino alle undici e mezza circa! Ho finito proprio adesso.
Ma ora sono proprio stanco. Quasi quasi mi faccio un sonnellino (sbadiglio. Va verso il sacco e cerca di sdraiarcisi sopra, ma questo si muove. Varie Gag, sussulti e sobbalzi).

[R] ma chi c'è nel sacco?? (sfila il sacco) TUUUtto il mio esercito in un sacco??! Ah! E' così che fai la guardia??
(battibecco:)
[G] ma io veramente
[R] (il Re non ascolta proprio le ragioni di [G] e rivolge i rimproveri a lui, ma girato verso i bambini in realtà li rivolge a loro) io lavoro tutto il giorno!!!...
[G] sono stato assaliiiito…
[R] mi sacrifico per vooooi
[G] sono stato assaltaaato…
[R] non si può mai stare tranquiiilli
[G] facevo la guardia quando un birbone…
[R] fate sempre come vi pare!…
[G] io ho combattuto contro questi 5 banditi… (mima la lotta)
[R] disubbidite seeempre!
[G] ma i 10 assassini erano armati…
[R] chi vi ha insegnato l'educazione?
[G] e mi hanno preso alle spalle, tutti e 20 i pirati,
[R] Questa casa non è un albeergo!
[G] ce l'avevo quasi fatta quando i 50 diavoli…
[R] (finalmente il Re ascolta) 50 diavoli??!!
[G] eh! mi hanno messo nel sacco. (Pausa, il re fissa in silenzio la guardia) Ma poi li ho fatti fuggire!
[R] (si tranquillizza) aahh Bravo! meno male! (pausa, cambia tono)
Soldato, hai visto la mia bambina, la principessa Margherita?
[G] (vago) ehhh, si, prima
[R] Prrrrima quando?
[G] prrrima, prrrrrrr…ima! (inizia a fargli "la rima")
[R] prrrrima che venissero i diavoli?
[G] prrrrrima che venissero i diavoli
[R] e che voleva?
[G] (non sa che pesci pigliare) e che voleva?
[R] c'è l'eco… (arrabbiato) e perché non mi hai chiamato?
[G] e perché non mi hai chiamato? (ai bambini) Se lo chiamavo si arrabbiava, non l'ho chiamato e si arrabbia…
[R] e dov'è ora?
[G] e dov'è ora? (ai bambini) e che ne so iiio?
[R] Valla a cercare
[G] eh, valla a cercare
[R] Ma c'è proprio l'eco qui
[G] c'è l'eco? E non lo so mannaggia…, io la vado a cercare eh? (gira di qua e di la, fa finta di cercarla, il re segue con lo sguardo tutti i suoi movimenti senza muovere un dito) e qui non c'è, e qui neanche… di sopra, di sotto…
(ritmato) Mio caro Re,
la Principessa, qui, non c'è
[R] aah!! Vuoi vedere che l'hanno rapita i diavoli?!
[G] Vuoi vedere che l'hanno rapita i diavoli?!
[R] Chissà dove l'avranno portata, povera figlia mia!
[G] Chissà dove l'avranno portata, povera figlia sua!
[R] Presto, bisogna organizzare la liberazione!
[G] Presto, bisogna organizzare la liberazione!
[R] oh, ma qui c'è proprio un eco impressionante… (si guarda intorno cercando "l'eco") aspetta, fammi pensare… io ho sentito dire che in fondo al reame, subito dopo l'ultima curva prima dell'albero dietro la casa blu ci è venuto ad abitare proprio un diavolo, e tu sai bene, che come dice la gente, se ne lasci sistemare uno, dopo poco, te ne arrivano 50. Quanti hai detto che erano i diavoli che ci hanno assaltati?
[G] eh, 50!
[R] ecco! Ora abbiamo provato scientificamente chi è stato a rapire la mia Margherita! (sibillando) Scen-ti-fi-ca-men-te!
[G] (ai bambin, continua a fargli il verso) Scen-ti-fi-ca-men-te!
[R] Delinquenti! Gliela faccio vedere io!
[G] Gliela facciamo vedere noi!
[R] Gli mando addosso tutto l'esercito!
[G] … addosso tutto... (forte!) che???!!
[R] oh, si è rotto l'eco (si guarda attorno, come per cercare il guasto)
[G] ma vuoi vedere che alla fine ci devo andare io?
[R] E chi ci va sennò?
[G] Ma almeno andiamoci insieme no?
[R] E no, e no! (sul vago) Io devo finire un lavoro importante che ho lasciato a metà questa mattina…
[G] (ai bambini) e lo so io che lavoro ha lasciato in sospeso…
[R] Vai!
[G] Ma…
[R] e vai! Io devo andare di corsa a lavorare!!! (esce)

[G] (rimasto solo, si lamenta) Mannaggia mannaggia, ora come faccio?
(da fuori si sente russare)
Quello vuole mandarmi al diavolo, ma io in fondo al reame, subito dopo l'ultima curva prima dell'albero dietro la casa blu non ci voglio andare! Intendiamoci, non per paura eh? Non per paura… solo che a me mi sà che il sacco sulla testa me l'ha messo la principessa e non i 50 diavoli, come pensa il re! E mi sa pure che qualche bricconcello (guarda i bambini inquisitivo), qualche diavoletto… l'ha aiutata, vero?!
Insomma, che ci vado a fare laggiù?
(entra Kaspar)
[K] Buongiorno Generale!
[G] (non sente) ...Che poi il diavolo è cattivo! Cattivissimo!
[K] Signor colonnello? Buongiorno, come sta?
[G] (si gira dall'altra parte pensoso) E mi sa che se mi prende, mi mangia LUI (accentua la parola LUI)
[K] (segue [G] a seconda di dove si gira) Signor Capitano? Ci volevo dire… quel finimondo… io non centro eh?
[G] No, no, io non ci vado! Però bisogna andare a controllare,
[K] … allora, l'altra sera verso le otto meno virgola precise non c'ero signor Tenente: insomma, quella cosa è successa qui (quiquiqui) (indica un posto, si sposta) ma io stavo qua (quaquaqua).
[G] …e se non c'è, bisogna tornare di corsa dal re a dirlo, PRIMA che la principessa torni!
[K] Ma questo non mi sente proprio! Signor caporale? Io stavo quì no? (quiquiqui) (scambia sempre i posti) e la cosa è successa quà! (quaquaqua)
[G] ho un'idea: devo trovare un fesso da mandare laggiù al posto mio! Ah!
[K] Signora guardia?
[G] ma dove lo trovo un fesso tanto fesso?
[K] Soldato? (urlando) Uhé! Soldà!!!
[G] (finalmente si accorge di lui) Uh! Kaspar!
[K] No, no Ammiraglio! Peppietà! Non sono stato io! Io stavo qua, mica là! (riscambia i posti)
[G] vieni qui: devo darti una comunicazione importante in qualità di capo della polizia e ispettore generale
[K] (ironico) eh Generale addirittura! No, ma l'ho appena detto: io non c'ero! Io non stavo mica qui: e se è per questo, neanche qua!
[G] …è emersa un'emergenza. Bisogna ispezionare delle indagini in un luogo che dico io.
[K] è proprio quello che dicevo ispettore! Io stavo proprio qui, e un po' pure qua, come facevo a stare in quel luogo che dice lei?
[G] Basta! Kaspar, conosci il diavolo?
[K] chi? Quello che sta in fondo al reame, subito dopo l'ultima curva prima dell'albero dietro la casa blu?
[G] si! Proprio quello!
[K] no, mai sentito parlare.
[G] bene. Allora (in confidenza), sembra che la Principessa sia prigioniera in fondo al reame, subito dopo l'ultima curva prima dell'albero dietro la casa blu
[K] che!? Uhé! Ma li ci sta il Diavolo!
[G] ma se prima dicevi che non ne hai mai sentito parlare!
[K] infatti. Mai sentito parlare, ma io in fondo al reame, subito dopo l'ultima curva prima dell'albero dietro la casa blu non ci vado proprio, e poi voi come fate a sapere che sta proprio lì?
[G] … ehhh! E' un gran segreto!! (con voce ufficiale) I ministri del ministero hanno studiato questo misterioso mistero e gli ufficiali dell'ufficio hanno ufficialmente comunicato il segreto alle segretarie!
[K] ("strabbuzza gli occhi" sorpreso dalla frase così ufficiale) (piano) mamma miiiiaa…. (normale) si, ma io li non ci vado.
[G] neanche per salvare la Principessa?
[K] beh, per la Principessa… ma a una condizione:
[G] (ai bambini) ci va! Ci va!! (a Kaspar) e va bene, vediamo…
[K] …che non mi vieni più a chiedere di quella cosina che è successa l'altra seeera, e che tanto io non c'entro proprio, eh?
[G] e va bene, basta che ci vai (ai bambini, tutto felice) Ho trovato il fesso che ci va!
[K] e neanche quelle altre 2, che sono successe l'altro giorno eh?
[G] e va bene, basta che…
[K] e neanche quelle altre 4, che sono successe l'altra settimana eh?
[G] e va bene, basta…
[K] e neanche quelle altre 8, che sono successe l'altro mese eh?
[G] e va bene…
[K] e neanche quelle altre 16, che sono successe l'altra stagione eh?
[G] e va…
[K] e neanche quelle altre 32, che sono successe l'altr'anno eh?
Far partire MUSICA, Brano 15 in crescendo
[G] e…
[K] e neanche quelle altre 64…
[G] (urla) VA BEEEENEEE!!
(tutti escono, "sipario")

SECONDO TEMPO
(Entra in scena il diavolo. Vestito da cuoco con corna e volto rosso, ha una scopa in mano)
[D] Entrate, entrate, entrate!
Vendo roba paesana
Stagionata fresca e sana
E se tu l'assaggerai
Da me sempre comprerai

(Pulisce con la scopa) Ma perché non viene nessuno? (sconsolato) Ma perché non viene nessuno? Me lo dicevano i miei colleghi diavoli… "sei brutto, sei brutto… e sei così brutto che vedrai che non verrà nessuno, anche se ti vesti da cuoco... Lascia perdere, diavolo sei, e diavolo rimarrai". (guarda i bambini, ad alta voce!) E poi che fatica essere sempre cattivi, arrabbiati. E metti paura a questo e fai scappare a quell'altro. Tutto il giorno nel fuoco che ti brucia tutto, anche il culetto.
Lo voglio gridare al mondo: IO SONO BUONO!
Bambini è vero bambini che il diavolo è buono?
Chi a detto, con le patate?!!
Ma perché? Non ci credete?
E fate come volete. Io non volevo più essere diavolo perché laggiù (guarda sotto fuori dal teatrino), si, laggiù (riguarda sotto).. ma dove guardate! Dico, "laggiùuu"... nell'inferno insomma, ci fa un caldo, ma un caldo… e specie d'estate ci fa un caldo che… mi sono pensato: ma io, con questo caldo, sapete che ci faccio? Ci faccio la pizza!!! E così, sono salito sù e (con entusiasmo) ho deciso di aprire una pizzeria!!!
(pausa lunga, passeggia pensieroso)
(demoralizzato) il fatto è… che i miei colleghi diavoli, avevano ragione! La gente dice che sono cattivo cattivo!! E non è vero! Dice che voglio solo mangiarli IO (accentua la parola IO)... E non è vero! Dice che sono brutto! E non è… va beh… ma questi sono tutti pregiudizi!", bambini i pregiudizi sono una cosa proprio brutta" Non è giusto! La mia pizza è la più buona del mondo! E quanti tipi ne so fare!!
MUSICA, Brano 21
(a canzoncina tarantella)
MIm MIm LAm MIm
pizzaiola boscaiola tonno capperi e prociutto
SI7 MIm SI7 MIm
peperoni cannelloni 4 formaggi e soprattutto
MIm MIm LAm Mim
te la faccio bella bella quattro fette di mordadella
SI7 MIm SI7 MIm
mezzo chilo di mozzarella e uno strato di nutella
MIm MIm LAm Mim
capricciosa marinara e se ti piace alla ciociara
SI7 MIm SI7 MIm
due zucchini, carciofini, peperoni e peperini
MIm MIm LAm Mim
pizza romana, alla montana, matriciana e rusticana,
SI7 MIm SI7 MIm
melanzana, napoletana e se mi sbaglio ancor più strana!!!
(finale)
MIm MIm LAm MIm
pizzaiola boscaiola tonno capperi e prociutto
SI7 MIm SI7 MIm
peperoni cannelloni 4 formaggi e soprattuttooo

tutta farcita la focaccia
te la faccio pella…??? (faccia!!)
O te la faccio colla cipolla
colla cipolla tutta…??? (molla!!)
O colla colla e la verdura
Allora viene… ??? (dura dura!!)
Una gioia per la gola
se ci metto il… ?? (gorgonzola!!)
(declamato)
E poi sicuro! la viennese… la parigina!
Dei miei concorrenti, uhaaahaha! sarò la rovina!
(in scemando…)
Pizza primavera, pizza autunno, pizza inferno… nononono! Inverno inverrrnoo basta con l'inferno. Sisi inverno, così avrò un po di fresco, sisi.. frescolino….
… la più buona in assoluto però, quella che preferisco io… la più buona, la più bella… la più slurp di tutte… è la pizza Margherita!! Slurpslurpslurp-gnamgnam!
(triste)... ma qui non viene nessuno… e la mia pizza è così buona… ma sapete che faccio ora?
Mi faccio una pizza da solo. Si, una bella Margherita!
MUSICA, Brano 2
(Musichetta… si sentirà una canzone, una ode alla pizza margherita cantata dal diavolo mentre prepara la sua pizza, mentre dal bocca-scena usciranno nubi di farina, spruzzi d'acqua un barattolo di pomodoro che si incontrerà con un oliera ed insieme balleranno il walzer. Tutti gli ingredienti tipici della pizza passeranno svolazzando. Qualcuno cercherà di scappare, ma il diavolo li acchiapperà al volo tutti uno dopo l'altro. (Fa un valzer col pomodoro)
Nel frattempo entra dall'altra parte Kaspar, in cerca di Margherita

[K] eccolo lì. Sicuramente sta combinando una delle sue diavolerie…
[D] …ecco qui… la mia bella Margherita… dopo averla ripassata bene col mattarello, la schiaccio bene bene… ahahh! Così… poi sul fuoco e me la mangio!
[K] (forte) Che??? Vuoi mangiare Margherita??!!
[D] (rivolto al pubblico) uhé! Un cliente! Finalmente! (a Kaspar) e certo che me la mangio! E' buonissima!
[K] Vuoi cucinare Margherita?!
[D] Si, e poi me la mangio!
[K] Ah! E lo confessi pure! Dammela subito a me!
[D] (ai bambini) uhh!! E' proprio un cliente affamato! Che bello! (a Kaspar) Va bene, la metto sul fuoco anche per te e in 10 minuti te la do cotta puntin puntino
[K] Sul fuocooo?? Ma che la vuoi cucinare?
[D] E certo, (tipo parapnzi-ponzipà) e che me la porto a spasso per le vie della città?
[K] Dammela subito! E guai a te se la cucini!
[D] Ma sei matto? Come non la cucino? Ma che ci vuoi fare se non te la cucino?
[K] (gli fa il verso) la porto a spasso per le vie della città!
[D] Non mi prendere in giro!
[K] Perché, se no?
[D] Se no, ti mozzico il naso…
[K] (K si para il naso) ah! No, il naso no! Anzi, io ti mozzico il naso!
[D+K] (si parano alternativamente il nasone o le orecchie con le mani) e allora io ti mozzico le orecchie, no! Le orecchie no! (siccome possono proteggersi solo una cosa, la "rissa"continua così, totalmente incruenta finché entrambe non sono sfiniti di tanto minacciare mozzichetti e di proteggersi nasi e orecchie. Rimangono ansimanti, con i nasi protetti dalle braccia e col fiatone, abbracciati. Entra [P])
[P] buongiorno! Signori!
[D+K] hanno il fiatone e non si fidano di lasciare i rispettivi nas, così la Principessa non li riconosce
[P] dico… buongiorno! Scusate, sto cercando una pizzeria, mi hanno detto che sta proprio qui… ma non vedo nessun cuoco… e neanche nessun cliente.
[K] (col naso ancora protetto) Ma Principessa! Siete riuscita a scappare da quel mattarello!
[P] beh insomma, la guardia in effetti è un po' mattarella… ma scappare, si, un pochino sono scappata…
[K] ma lo sapete dove vi trovate?
[P] beh… io cerco la pizzeria "dal buon diavolo". Tutti mi hanno detto che questo diavolo che è venuto ad abitare qui, sicuramente è cattivo.
Ma come fanno a dirlo? Non ci sono mai venuti!
[D] (finalmente [D] toglie le mani dal naso) e brava la Principessa! Eccomi qui! Sono il cuoco della pizzeria "dal buon diavolo", e il buon diavolo, sono proprio io, per servirla!
[K] che? (esita a sproteggiersi il naso, ogni tanto se lo ripara) ma quale buon diavolo d'egitto! Ma se un attimo fa stavi cucinando puntin puntino proprio alla Principessa! Da dai!
[D] e che la Principessa ti pare cucinata puntin puntino?
[K] un attimo che chiedo: Principessa (si gira verso la Principessa, finalmente col naso scoperto) siete cucinata puntin puntino?
[P] (finalmente può riconoscerlo) Kaspar! Che bello! Anche tu qui?
Eh! Lo sapevo io che tu sei una persona così intelligente, anche tu pensi che questo diavolo sia buono vero? E anche tu non hai i pregiudizi!
[D] ma chi?!! Quello li?
(Kaspar parte verso il D per farlo zittire!!)
[K] eh si! sono proprio intelligente! Ahhh... quanto sono intelligente!!
[D] ma se fino adesso…
(Kaspar riparte verso D per farlo zittire un'altra volta!)
[K] eh… e quanto è buoooono questo diavolo! (e zitto!) e guarda, gli do pure i bacetti io!
E questi pregiudizi… IO??! Mai avuti! Ma potete andare a casa mia a cercare tutti i cassetti, neanche uno piccolino!
[P] e si… bisogna stare tanto attenti ai pregiudizi, se si parla male di qualcuno, questo diventa triste …
[K+D insieme] (si abbracciano) eh… ma che triste!
[K] Venga Principessa, questo buon diavolo è un amico mioo… eh! Ci conosciamo ormai da… uuhh… quant'è che ci conosciamo diavolé?
[D] ma se mi volevi mozzi…
[K] uuuuuuuhhh… e che fai di bello qui, vecchio satanuccio?
[D] (tutto orgoglioso) la… PIZZA!!
[K] ecchébbuona la pizza! Uuuh quanto mi piace la pizza di belzebuccio amico mio! E come la fai, come la fai?
[D] Principessa, se permette, stavo proprio mettendo in forno una pizza speciale… si chiama pure come Lei: la pizza Margherita
[K] si chiama proprio come Lei: la pizza Margherita. (rivolto ai bambini) Hai capito che roba? A momenti ci rimettevo il naso… (si protegge il naso per un momento) per una pizza!
[D] ma insomma… questa Margherita… vi piace, o non vi piace????!!
[P] + [K] eh… ci piace, ci piace…
[D] e allora che aspettiamo??!! Eccola!!! Mangiamocela!!!!
(Tutti gli saltano addoso e se la divorano!)
MUSICA, Brano 15, poi 4 per concludere

    Tricolore    

Articoli

Quasi tutti questi articoli sono comparsi sulla rivista bilingue ContrastO durante gli anni della mia permanenza in Germania. Per questo motivo compaiono tutti con la traduzione in tedesco a fianco.
C'è un filo comune che li lega. Buona lettura.

Tricolore

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